Storie di diamanti

Sono trascorsi circa due secoli da quando Vincenzo Carità aprì la sua prima bottega. Appena trentenne, già nel 1834, si accreditò presso la corte dei Borboni. La regina Maria Teresa d’Austria scelse di indossare una sua collana, gioiello di grande gusto e di raffinata esecuzione e la bottega di Carità, situata nel cuore dell’antico quartiere degli orefici, si trasformò in una fucina di giovani talenti desiderosi di formarsi alla sua scuola.
Da allora, sempre un Vincenzo e un Giovanni si sono succeduti alla guida della bottega, del laboratorio ed infine di un’azienda presente in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone.
A partire dalla metà degli anni novanta la maison trasferisce i propri impianti produttivi e gli uffici commerciali all’interno del Tarì di Marcianise, il Centro Orafo che sorge alle porte di Napoli e di cui Gianni Carità è il fondatore e Presidente. Il Tarì, che prende il nome da un’antica moneta aurea, ospita aziende operanti nella progettazione, lavorazione e vendita di gioielleria, oreficeria e coralli.
Per San Valentino o per mille altre occasioni da ricordare gli amanti del lusso e dello stile potranno sfoggiare un binomio di oro e diamanti. Profili delicati e brillantezza estrema caratterizzano la parure anello, girocollo e tennis della linea Grace così come per la linea Bon Ton Brillanti, con gli anelli lavorazione a pavè.
"Ogni pietra è incastonata con la massima cura per non rischiare di rovinarne la bellezza. Ogni dettaglio è curato in modo minuzioso in tutte le fasi della lavorazione degli splendidi anelli, orecchini, bracciali e pendenti della collezione. Il risultato è un equilibrio di luce e forme, che rendono ogni gioiello perfetto per chi lo indossa", si legge in un comunicato della maison.
Nei Solitari e nei Trilogy la purezza del diamante si esprime in tutta la sua perfezione. Da sempre simbolo di eternità dell’amore. Romantici ed essenziali si caratterizzano per lo splendore delle pietre e per il design innovativo.



18/01/2018