Alessio Sturlini, CEO

Linda Fornara Bertona

Pellami pregiati, emblema toscano

"Un marchio lusso 'abbordabile' dove l'unicità fa la differenza e ogni scarpa è a sé", così esordisce Alessio Sturlini, amministratore delegato e direttore creativo dell'omonimo marchio di scarpe Sturlini Firenze e dell’azienda Navayos che produce per altri brand italiani e internazionali comode calzature di alta gamma. Il manager, oggi cinquantenne, esperto di finanza e marketing, subentra da giovane alla guida del gruppo dopo la morte del padre. Una realtà imprenditoriale di stile e di eleganza che Sturlini porta avanti assieme alla sorella Alessia e al figlio di Alessia il giovane Edoardo. Lo abbiamo intervistato nell'esclusivo show room di via Borgonuovo a Milano nel cuore del distretto della moda. Ci ha accolti con simpatia e semplicità, in un abbigliamento elegante ma dai tratti casual, accento fiorentino e grande passione per la sua terra della quale ama conversare di tutti i prodotti, tra questi dell'eccellente olio toscano che lui stesso produce come attività amatoriale "vivo in campagna tra gli ulivi e ho la passione per l'olio", ci confida.
Signor Sturlini oggi più che mai le piccole e medie imprese del Made in Italy faticano per la concorrenza dei grandi gruppi internazionali che producono al di fuori dei confini del Bel paese. Che cosa ci racconta della sua realtà e della storia del brand?
Andare via dalla propria terra è una scelte strategica fatta da diversi gruppi della moda ma non è sempre vantaggioso come sembra. Il cliente attento e informato, incline al gusto e alla ricercatezza del prodotto, vuole la qualità che dobbiamo fornire a un prezzo che resti accessibile. Noi siamo un'azienda storica, le nostre location hanno sapore di vita vissuta. Navayos, fondata nel 1967, si trova a Monsumanno Terme in provincia di Pistoia, tra Pisa e Firenze, nel cuore della Toscana e dei suoi distretti di lavorazione delle pelli. Abbiamo una superficie di 5.500 mq rinnovati completamente tre anni fa dove concentriamo tutte le attività: produzione con manovie interne e conceria per tinto in capo, ufficio stile e sviluppo prodotto, logistica, commerciale e amministrazione. Fatturiamo 15 milioni e abbiamo il 60 per cento di clientela estera suddivisa tra: Germania, Benelux, Francia, Inghilterra e Russia. 
Simbolo araldico dello stemma dei Medici di Firenze per il logo Sturlini. Corretto?
Esattamente. Dalla metà degli anni 2000 il nostro calzaturificio si affaccia al retail con il brand  Sturlini e un logo che presenta sei bisonti dei medici di Firenze o 'palle' così chiamate dai fiorentini per una lontana parentela di famiglia.
Quale un vostro segreto imprenditoriale?
Dare valore all'artigianalità. Questa è la nostra filosofia: le mani prima di tutto. Negli anni Cinquanta c'è stato il boom dei mocassini perché si cuciva a mano, senza troppe macchine.
Il vostro 'fiore all'occhiello' è il brevetto Versilia. Di che cosa si tratta?
E' il brevetto depositato come marchio di granzia di costruzione della suola Sturlini: un particolare sottopiede che migliora il confort. La flessibilità e l'elasticità della suola, che arriva a piegarsi quasi completamente, offre un risultato qualitativo superiore rispetto ad altre tecniche costruttive.
Quali sono le maggiori difficoltà che incontrate?
Reperire designer. Le maestranze sono legate al marchio da decenni e i materiali che utilizziamo sono tutti di provenienza nazionale o regionale. Abbiamo 60 persone di età media tra i 35 e 40 anni dei quali il 55% uomini 45% donne. Molti giovani decidono di non intraprendere più la via delle scuole di artigianato o di design e preferiscono andare a lavorare lontano dalla Toscana. Per questo non è facile reperire prsonale qualificato. Tra i compiti della nostra azienda c'è anche quello di valorizzare le persone che lavorano per noi, formarle e investire su ricerca e sviluppo accompagnando i giovani all'antico mestire del 'prodotto di qualità'.
Avete mai pensato di quotarvi in Borsa? Quali strategie di espansione per il futuro?
Ci è capitato di avere richieste da alcuni fondi di investimento ma abbiamo detto di no, preferiamo mantenere la nostra indipendenza. Aprire al capitale è prematuro, ogni passo va fatto al momento giusto. Per adesso l'obiettivo è di inaugurare nuovi punti vendita e avere maggiore visibilità. Puntiamo sempre a  diversificare per questo produciamo anche borse con l'artigianalità della nostra tintura, il tinto in capo delle pelli e delle tomaie in seno all'azienda utilizzando pigmenti naturali.
Quale il risutato del 'tinto in capo'? Come avviene la procedura?
La tomaia viene immersa in una botte per la concia e fa un bagno completo. Il risultato è una calzatura meno uniforme nel colore, unica. Il colore risulta meno lucido, più vintage direi.
Il distretto toscano è famoso per la produzione di pellami di qualità. Basta fare un giro tra le boutique a Firenze, Pisa o Livorno per trovare grandi quantità di scarpe, borse, zaini, cinture per ogni esigenza e per tutti i gusti. Quali i vostri concorrenti diretti Made in Toscana? Come vi relazionate?
Nessun competitor, solo amici! Il segreto è avere relazioni buone con tutta la filiera. Siamo rimasti in pochi e c'è spazio per tutti. Deluxu.it Copyright

12/05/2025